Approfondimenti

Tra le più antiche e le più grandi al mondo

Tra le più antiche e più grandi al mondo, le Cisterne romane di Fermo furono realizzate tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.

Dette anche “piscine epuratorie” e situate sotto gli edifici che occupano il lato est di Piazza del Popolo,furono costruite per ridistribuire l’acqua piovana. Per farlo nella maniera più capillare possibile, furono costruiti tre serbatoi disposti sul “Parco del Girfalco”. Ora si possono trovare all’altezza dell’attuale largo Temistocle Calzecchi Onesti e in via degli Aceti.

Il primo ambiente, tradizionalmente indicato come “Cisterna”, non è visitabile perché del tutto interrato. Gli scavi del 1927 però delinearono quattro ambienti non comunicanti in laterizio, voltati a botte e molto simili alle grandi cisterne.

Il secondo è conosciuto con il nome di “piccole cisterne”, proprio per le dimensioni ridotte, che non raggiungono quelle del serbatoio ubicato in via degli Aceti.

Dal loro ingresso tardo-medievale di via degli Aceti, con la caratteristica pavimentazione in laterizi, inizia il viaggio nelle grandi cisterne. L’antico ingresso romano e quelli medievali sono invece murati e visibili solo dall’interno. Scendendo si accede a un patrimonio di pulizia architettonica di inestimabile valore, la cui progettazione degli spazi lascia sbalorditi. Si staglia infatti un’enorme vasca rettangolare di circa 65×30 metri che si suddivide in trenta stanze su tre file parallele. Le camere rettangolari anch’esse, con una dimensione di 9×6 metri, sono sovrastate da volte a botte rivestite con materiale cementizio di epoca romana. Ognuna di esse si collega alle altre con archi a tutto sesto. La pendenza della pavimentazione sta a testimoniare la costante distribuzione dell’acqua che, raccolta dai pozzi di captazione, fluiva dai cunicoli per passare da una stanza all’altra.

L’area aveva una portata massima di circa 15.000 metri cubi. Le grandi cisterne svolgevano l’indispensabile funzione di serbatoio d’acqua potabile per l’approvvigionamento dei fermani. Alcuni storici hanno ipotizzato nel tempo che l’uso fosse destinato anche agli equipaggiamenti navali.