Per molto tempo, dopo la loro magnifica costruzione, le cisterne furono abbandonate e dimenticate. Furono poi parzialmente recuperate verso la fine dell’Ottocento, quando tornarono per circa un secolo all’originaria funzione di acquedotto cittadino.
Oltre al viaggio sotterraneo alla scoperta della impeccabile maestria e ingegneria idraulica romana, è suggestivo entrare in contatto con gli altri utilizzi che nel corso dei secoli vennero destinati a questi ambienti. Le notevoli dimensioni e l’eccellente stato di conservazione, rendono la loro visita particolarmente varia e interessante.
Tra il Cinquecento e l’Ottocento alcune sale vennero utilizzate come carceri, mentre durante la Seconda Guerra Mondiale ebbero funzione di rifugio contro i bombardamenti. Ne rimane testimonianza nelle scritte “Calma, uscita”, disposte per segnalare il percorso, lasciando immaginare lo stato d’animo di chi cercava salvezza affidandosi a quella che somigliava invece a una sepoltura.