Approfondimenti

Museo polare Silvio Zavatti

Silvio Zavatti (Forlì 1917 – Ancona 1985) è stato un esploratore, politico e antropologo italiano. Durante la guerra, in qualità di ufficiale della Marina, venne assegnato alle Marche, dove ricoprì la carica di assistente di Geografia all’Università di Urbino e divenne direttore della Biblioteca Comunale di Civitanova Marche. Proprio in questa città stabilì, nel 1969, la sede del primo e tuttora unico museo in Italia dedicato agli ambienti, ai popoli e alle ricerche polari artiche italiane. Nell’esposizione è presente tutto il materiale scientifico da lui raccolto durante le sue spedizioni. Zavatti già nel 1944 aveva fondato a Forlì l’Istituto Geografico Polare, di cui lo stesso museo, nel ponte tra Emilia-Romagna e Marche, è parte integrante. Nel 1985, anno della sua morte, la collezione venne donata al Comune di Fermo e nel 1993 venne inaugurata la nuova sede del museo a Villa Vitali, che ospitava i Musei Scientifici della città. A seguito del terremoto che nel 2016 ha colpito Marche e Umbria, il museo è stato trasferito presso Palazzo Paccaroni.

Il Museo Polare è l’unico in Italia e il terzo al mondo che si occupa dell’Artide sia da un punto di vista geo-morfologico che da uno prettamente antropologico, mostrando le peculiarità delle popolazioni che abitavano quelle terre ai tempi delle sue esplorazioni.

Le Sale

Il museo si estende lungo sei sale espositive:

La sala I accoglie il visitatore con l’affascinante ricostruzione di un accampamento artico e il sistema di casse e oggetti che costituivano l’equipaggiamento con cui Zavatti affrontava i suoi viaggi ai Poli.

Sulla scia della sala I, dove vengono presentati l’organizzazione di una spedizione polare e la grande impresa del Duca degli Abruzzi e della sua “Stella Polare”, la sala II continua a raccontare la storia delle grandi esplorazioni polari con le vicende del Generale Umberto Nobile e le spedizioni scientifiche di Silvio Zavatti.

Nella sala III si può ammirare una pelliccia di orso polare a grandezza naturale (dimensioni 3.2×2.8 m) acquistata dall’Associazione Amici del Museo Polare. Nelle due vetrine sono custoditi diversi resti di animali artici e antartici e vari reperti geologici. Troviamo denti di narvalo, cranio di beluga, ghiottone, di cane eschimese, di volpe artica, denti di capodoglio e fanoni di balenottera. Varie pelli di foca e di volpe artica.

La sala IV del Museo Polare ospita le carte geografiche che Zavatti utilizzò nelle sue esplorazioni, oltre alle collezioni donate da personaggi illustri fra cui l’esploratore polare Jean Malaurie, il filatelico Lino Brillarelli e l’etnologa Luciana Gabbrielli.

Entrando nella sala V ci vengono presentati gli Inuit, gli abitanti del Polo Nord, gli indigeni delle regioni artiche della Groenlandia, Canada, Alaska e Siberia con cui venne in contatto Zavatti. Discendenti da antiche popolazioni dell’Asia centrale, circa trentamila anni fa migrarono in tutta l’area artica e subartica fino a raggiungere a est la Groenlandia, a nord l’odierno Quebec, e il Labrador.

Nella sala VI si trovano altri oggetti che testimoniano la cultura, le tradizioni, il culto e le forme d’arte degli Inuit. Zavatti rimase profondamente colpito da questo popolo, che viveva all’insegna dell’uguaglianza e della solidarietà fra villaggi. La loro società non aveva particolari gerarchie: a cardine della loro organizzazione sociale c’era la libertà di scelta, ma sempre nel rispetto degli altri componenti del gruppo.

Una voce importante nella grande enciclopedia del mondo

Nel raccogliere e testimoniare la loro storia, Silvio Zavatti ha contribuito a scrivere una pagina importantissima nella grande enciclopedia del mondo, un compito a cui sono chiamati gli uomini pieni di ardore e passione per la conoscenza.