Itinerari

La via delle antiche botteghe

La via delle antiche botteghe

La via delle antiche botteghe

Da Piazza del Popolo alla chiesa di San Filippo Neri

Corso Cefalonia e Corso Cavour costituiscono l’arteria principale del centro storico di Fermo: infatti già nel Medioevo, questa strada era l’unica percorribile in carrozza per accedere a Piazza del Popolo. Denominata fino all’Ottocento “via delle botteghe” per la prevalente vocazione commerciale, dal XVI secolo si trasforma in sede di splendidi palazzi nobiliari senza però perdere la vocazione economica. Al piano terra infatti continuarono ad esistere le attività economiche cittadine.

Tra gli edifici più interessanti dal punto di vista storico-artistico c’è Palazzo Azzolino, realizzato per il marchese Giovan Francesco Rosati su disegno di Antonio Cordino. Conosciuto anche come Antonio da Sangallo il Giovane, quest’ultimo è stato uno dei più eccelsi architetti del periodo rinascimentale. L’abitazione dopo qualche tempo divenne proprietà del Cardinale Decio Azzolino il Giovane, segretario di Stato sotto il pontificato di Clemente IX, mecenate e fedele confidente della regina Cristina di Svezia. La facciata è scandita da due ordini differenti mediante un marcapiano. La parte inferiore invece è ritmata da cinque grandi arcate e quella superiore presenta cinque finestre architravate. Il cortile, porticato sui lati lunghi, presenta un pozzo ottagonale al centro.

Lungo questo fondamentale asse viario troviamo anche diversi siti religiosi. Il primo che si incontra è la Chiesa di Santa Maria del Carmine, eretta intorno alla metà del XIV secolo e ricostruita alla fine del Settecento con una maestosa facciata in laterizio e travertino.

Accanto ad essa si conserva il bel portale gotico dell’Ospedale di Santa Maria della Carità, edificato intorno al 1341 con lo scopo di offrire accoglienza a forestieri, pellegrini e bambini abbandonati. A ciò si riferisce il rilievo scultoreo in pietra bianca d’Istria con la Madonna della Misericordia che protegge sotto il suo ampio manto un nutrito gruppo di bisognosi. La scena è racchiusa in una cornice ogivale decorata da foglie gotiche simili a lingue di fuoco che culmina nel busto dell’Onnipotente ritratto nell’atto di benedire. Intorno al 1522 la struttura venne sostituita dal Monte di Pietà, sorto per concedere piccoli prestiti in cambio di un pegno con lo scopo per combattere il dilagare dell’usura.

All’incrocio tra Corso Cefalonia e Corso Cavour svetta la Torre Matteucci, unica torre gentilizia conservatasi a Fermo. Il pinnacolo, costruito nel XII secolo, nel Cinquecento diventò di proprietà dell’omonima famiglia, il cui stemma campeggia sul prospetto principale. Secondo la leggenda al suo interno fu segregata Mihirimah Sultan, figlia di Solimano il Magnifico. La donna era stata rapita a Corfù nel 1542 da Saporoso Matteucci, grande condottiero della nobile famiglia fermana. Priva di merlatura e con due piccole porte romaniche, è costruita in travertino e laterizio. Sono visibili le feritoie che prima dell’avvento delle armi da fuoco venivano impiegate per colpire il nemico a distanza. 

Proseguendo lungo il Corso si arriva nei pressi del seicentesco Palazzo Paccarone, riconoscibile per l’elegante bugnato rustico al centro della facciata. Questo elemento ne fa un unicum nel panorama fermano. Interessante è anche il portale che sembra fatto in pietra, ma che ad una visione più attenta si rivela in legno. Dopo essere stato acquistato dal Comune ha ospitato prima la Scuola di Avviamento Commerciale “Fracassetti”, poi il Conservatorio di musica e infine l’Università. Oggi ha una doppia destinazione: presenta infatti sia gli Uffici giudiziari che i Musei Scientifici.

Proprio di fronte a Palazzo Paccaroni si trova la Chiesa di San Filippo Neri, la cui costruzione iniziò quando l’ecclesiaste era ancora in vita. L’edificio religioso, consacrato nel 1607, si colloca sulle vestigia di una chiesa trecentesca dedicata al Santo Spirito e costituisce uno dei prototipi più precoci e significativi dell’insediamento delle congregazioni riformate nella regione. Fu realizzata con un cospicuo finanziamento del Comune di Fermo e con il contributo delle famiglie nobili della zona per la decorazione delle cappelle. La pianta è a croce latina con transetto inscritto e, con i suoi stucchi, gessi e finti marmi, merita un posto di rilievo nel contesto del barocco marchigiano. Ai lati della navata centrale sono presenti sei cappelle. Ognuna è espressione della ricchezza dei committenti che fecero sfoggio del proprio benessere economico utilizzando materiali costosi come le gemme e la madreperla nella decorazione degli altari. La chiesa era arricchita da insigni opere d’arte pittorica, come La pala della Pentecoste e L’Eterno di Giovanni Lanfranco. Fra queste però spiccava la prestigiosa Adorazione dei pastori, unica opera di Pieter Paul Rubens presente nelle Marche. Tutte queste sono ora state trasferite all’interno della Pinacoteca. La chiesa oggi è utilizzata come auditorium ed è anche sede per mostre temporanee.