Approfondimenti

Le sale di Rappresentanza

Dall’atrio di Palazzo dei Priori si accede nelle stanze di rappresentanza al primo piano. La Sala dei Ritratti è la più ampia dell’edificio, utilizzata dopo quella del Mappamondo fino alla fine del Settecento per allestimenti teatrali. Ospita i dipinti di nove cardinali fermani, tra cui Decio Azzolino il Giovane, e quelli di ventuno uomini illustri. Fra questi, figura anche il Ritratto del beato Antonio Grassi, commissionato dal Comune nel 1672 al pittore Pier Simone Fanelli di Recanati, all’indomani della morte dell’uomo, che era stato a capo della congregazione fermana e aveva svolto il ruolo di paciere durante la violenta rivolta popolare scoppiata nel 1648. I cittadini promossero il suo processo di canonizzazione, che sfociò nella sua beatificazione solo nel 1900.

Queste opere facevano parte della raccolta di Leone XI, papa per soli 26 giorni, e arrivarono a Fermo per una fortunata donazione di Domenico Pinelli.

Nella Sala dei Costumi sono conservati abiti di priori, giubbe e livree di valletti, trombettieri e donzelli, in uso fin dal XVII secolo. Nell’anticamera della Sala del Sindaco, detta anche Sala degli Stemmi, campeggia al centro della volta lo stemma cittadino. La legenda FIRMUM FIRMA FIDES ROMANORUM COLONIA è un motto, probabilmente d’epoca rinascimentale, usato anche al giorno d’oggi, intorno gli stemmi dei quarantotto comuni del circondario.

La Sala del Sindaco usata per cerimonie ufficiali e matrimoni, è elegantemente arredata con mobili preziosi e ricercati e custodisce il Gonfalone Municipale.

Nella Sala Gialla sono custoditi dei preziosi mobili donati al Comune e in una vetrina sono esposte alcune statuine di fine porcellana (fine XVIII secolo) realizzate dalla manifattura Ginori. La Sala Consiliare è detta anche dell’Aquila per la presenza di ornamenti che rappresentano l’animale-simbolo della città. Le pitture prospettiche del 1762 che decorano la volta sono opera di Pio Panfili che ha celebrato attraverso architetture allusive, simbologie e immagini le accademie che fiorivano in quel periodo nella città.