Approfondimenti

La Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”

La Sala costituisce il nucleo originario della Biblioteca Civica “Romolo Spezioli”, una delle più antiche e affascinanti biblioteche italiane. Intitolata al medico personale della Regina Cristina di Svezia, il fermano Romolo Spezioli, dalla Sala del Mappamondo si è espansa nei secoli nell’attiguo Palazzo degli Studi, che fu sede dell’università cittadina.

La prima edificazione di quello che sarebbe poi diventato Palazzo degli Studi risale al 1238: la costruzione, destinata a diventare la sede e la residenza del Podestà, si sviluppava all’epoca su un solo piano. Fino alla metà del Cinquecento andò via via assumendo altre funzioni: fu la sede del Bargello, l’antico funzionario di Polizia, delle prigioni, dell’Ordine dei Notai e dell’amministrazione della giustizia.

Nel settembre del 1585, a soli cinque mesi dalla sua elezione, Papa Sisto V aveva concesso a Fermo la Bolla Sistina, con la quale l’Università della città tornò al proprio splendore. Per questo, quando l’edificio venne individuato come nuova sede dell’ateneo, fu necessario un ampliamento del Palazzo degli Studi.

Le modifiche furono progettate dall’architetto Girolamo Rainaldi nel 1586. L’idea originale prevedeva una grande facciata monumentale in mattoni, oggi coperti da un’intonacatura giallo ocra. Il proposito era creare un fondale regolare per la piazza, formando una quinta architettonica armoniosa insieme al Palazzo dei Priori. Venne realizzato il piano nobile con la grande sala allungata al centro, le finestre, il portale e il tabernacolo centrale che custodisce la statua della patrona della città di Fermo, Santa Maria Assunta, scolpita dal maestro Paolo da Venezia. Nella parte centrale della facciata si apre l’ingresso a tutto sesto, unica zona dove si può vedere l’antica mattonatura in cotto. Corona l’edificio un’elegante vela con orologio e un timpano triangolare.

Al pian terreno l’antico porticato venne trasformato in una serie di vani che oggi ospitano la sezione “Ragazzi” della Biblioteca Civica. Le quattro finestre del primo piano sono decorate con i busti dei quattro Papi tradizionalmente legati alla storia dell’antica Università fermana: Bonifacio VIII, Eugenio IV, Callisto III e Sisto V. Questi sarebbero rispettivamente l’istitutor, il benefactor, il confirmator e il restitutor dell’istituzione.

Il Palazzo degli Studi resterà sede dell’Università di Fermo fino al 1826.

La Biblioteca Civica “Romolo Spezioli” è meta ambita da ricercatori e studiosi, che si muovono da tutto il mondo alla ricerca di codici riccamente miniati, edizioni a stampa rarissime e un fondo grafico inesauribile.

Complessivamente le collezioni contano circa 3.000 manoscritti, 127 codici, 300.000 documenti, tra i quali sono disponibili più di 800 testate di riviste storiche, 5.000 disegni e 6.500 incisioni, monete, sigilli, 681 incunaboli, oltre 15.000 edizioni del Cinquecento, 23.000 edizioni in miscellanea, numerosissimi esemplari del 1600 e 1700 e stampati musicali.

Rispetto al nucleo originario costituito dal lascito del patrizio fermano Paolo Ruffo, il patrimonio librario si è arricchito notevolmente nel corso dei secoli, grazie a donazioni e acquisti che hanno permesso la costituzione di quel prezioso fondo antico che fa della Comunale di Fermo una delle biblioteche più prestigiose e rilevanti del centro Italia.

Il più importante è quello intitolato a Romolo Spezioli (1642-1723) che, proprio grazie all’influenza del Cardinale Azzolino, divenne medico di fiducia della Regina Cristina di Svezia.

Fra i più preziosi gioielli della raccolta bibliotecaria è presente un incunabolo: si tratta dell’editio princeps della lettera scritta nel 1493 da Cristoforo Colombo al regio tesoriere di Spagna Gabriele Sanchez per informarlo della sua scoperta, della quale si conoscono solo due esemplari. Degno di nota, inoltre, il Libro delle Ore (XV sec) presumibilmente appartenuto a Cristina di Svezia. Fra le donazioni novecentesche si annoverano le opere a stampa e i disegni di proprietà dell’architetto fermano Giovanni Battista Carducci (1806-1878), che oggi costituiscono la quasi totalità del fondo speciale “Stampe e Disegni”. Nei secoli la Biblioteca ha continuato a raccogliere documenti di medicina ed oggi è referente autorevole a livello internazionale negli studi storici sulla materia.